
L’ode parla a Leuconoe, forse una delle donne amate dal poeta o forse un personaggio di fantasia, che rappresenta tutti gli uomini e le donne.
Nella lirica vi e’ tutta l’espressione della saggezza oraziana nata dalle esperienze di vita del poeta stesso. Il tempo che trascorre inesorabile, carpe diem: “mentre parliamo, gia’ sara’ fuggito il tempo invidioso“, ci ricorda Orazio.